
Nel libro “L’ecologia di ogni giorno” (EMI, 2016) Rob Hopkins racconta in queste poche righe come tutto iniziò:
Alla fine dell’anno (2004), all’Università di Kinsale (in Irlanda, presso cui Rob stava tenendo un corso di permacultura), una persona mi ha passato un dvd sulla fine del petrolio: un documentario intitolato The End of Suburbia, che descrive il crollo del sogno americano a causa dell’esaurimento delle riserve di energie fossili. […] E’ stata una rivelazione per me. […] Ho domandato ai miei studenti di immaginare come il concetto di permacultura potesse aiutarci a costruire uno scenario che permettesse alla città di Kinsale di conseguire due obiettivi tra loro connessi: affrancarsi totalmente dalla dipendenza dal petrolio per anticipare questa tappa e superarla più dolcemente, e mostrare che anche gli abitanti ne sarebbero usciti più sani e felici. Leggevo proprio in quel periodo il libro di David Holmgren Permaculture (*), in cui egli situa questa pratica nel contesto del cambiamento climatico e del picco del petrolio. Indica con una certa genialità la risposta che la permacultura potrebbe dare: l’applicazione dei suoi principi generali, fatta in particolare all’economia e all’organizzazione della società, può generare la grande mutazione di cui abbiamo bisogno. Con i miei studenti abbiamo pertanto lavorato su questa ipotesi, per sperimentarla concretamente sul territorio di Kinsale. […] Quando hanno presentato il loro lavoro, ho trovato il risultato particolarmente interessante e tanto più entusiasmante in quanto era assolutamente realista.
L’anno dopo Rob tornò in Gran Bretagna, a Totnes, nel Devon, e mise in pratica insieme ad un gruppo di amici le idee nate in Irlanda, fondando Totnes in Transizione. Il resto, come si usa dire, è storia.
I concetti della Permacultura sono quindi presenti e messi in pratica nella Transizione.
Ne parla in dettaglio Cristiano Bottone in questo post del 2008, quando il Movimento della Transizione muoveva i primi passi in Italia.
IL MODELLO DELLA PERMACULTURA
La Transizione, quella germinata dalle idee di Rob Hopkins, vuole andare verso un mondo che adotti come principio ispiratore il paradigma della permacultura, una disciplina nata proprio dall’esigenza di immaginare un diverso rapporto tra l’uomo e il mondo. La permacultura vuole progettare insediamenti umani che si integrino nel miglior modo possibile con i sistemi naturali, che facciano squadra con piante e animali per produrre benefici comuni.
Per fare questo la permacultura cancella uno dei grandi equivoci dei nostri tempi, quello che vede l’uomo come entità superiore e in qualche modo esterna alla biosfera terrestre. Lo ricolloca invece all’interno del sistema e intuisce che gli ultimi 100/200 anni hanno rappresentato la nostra adolescenza tecnologica e ci hanno forse portati, a causa dell’entusiasmo e dell’inesperienza a fare tante conquiste, ma anche tantissimi errori.
Da qui in avanti dovremo essere più saggi e continuare a progredire apprendendo da chi è molto più avanti di noi: la natura stessa.
La capacità di fotosintesi di una foglia, fa impallidire i progettisti di pannelli solari. L’efficienza energetica dei sistemi naturali fa apparire le attività umane come goffi tentativi di dilettanti allo sbaraglio.
La natura non produce rifiuti, noi anneghiamo negli scarti delle nostre attività.I PRINCIPI
Negli anni ’70 Bill Mollison e David Holmgren intuiscono tutto questo e cominciano a elaborare un nuovo approccio alla progettazione degli insediamenti umani. Ben presto capiscono che ci sono alcuni principi etici che devono costituire i fondamenti della loro disciplina e li sintetizzano in questo modo:
- Prenditi cura della terra (preserva il suolo, le foreste e l’acqua)
- Prenditi cura delle persone (di te stesso, di famigliari e amici, della comunità)
- Ripartisci con giustizia (poni limiti al consumo e alla riproduzione, e ridistribuisci il surplus)
Da questi vengono poi elaborati i principi che guidano ogni progettazione e ogni intervento. Sono enunciazioni apparentemente semplici, ma che in realtà costituiscono un sistema filosofico estremamente potente e rivoluzionario rispetto all’assetto attuale:
- Lavora con e non contro.
- Tutto influenza tutto: individua le relazioni funzionali fra i vari elementi.
- Rifletti prima di agire e fai il minimo cambiamento per ottenere il massimo risultato.
- Gli errori sono occasioni per imparare.
- Ogni elemento di un sistema naturale svolge molte funzioni, cerca di sfruttare tutte le potenzialità di ogni elemento.
- Ogni funzione può essere esercitata da più elementi. Progetta in modo che tutte le funzioni importanti possano essere svolte anche quando qualche elemento non funziona.
- Il tutto è più della somma delle parti.
- Ogni problema contiene in sé la soluzione: trasforma i limiti in opportunità.
- Favorisci la biodiversità: progetta in modo da aumentare le relazioni fra gli elementi piuttosto che il numero degli elementi.
- Minimizza l’apporto di energia esterna, progettando sistemi che sfruttano le risorse presenti in loco, ricicla e riutilizza il più possibile.
- Pianifica gli sviluppi futuri.
Ecco dove vuole andare la Transizione, verso un sistema sociale, abitativo e produttivo che si avvicini il più possibile a questi fondamenti etici e a questi principi operativi.
UNA SCIENZA DEL BUON SENSO
[…]
La permacultura è applicabile anche in ambiente urbano o rurale, può guidare la riorganizzazione di spazi esistenti, sistemi agricoli e produttivi, spazi di lavoro. Ad esempio la rilocalizzazione alimentare è una delle attività in cui si impegnano le comunità di Transizione. Non si tratta solo di un modo per difendersi dalla possibile scarsità di prodotti alimentari che potrebbe sopravvenire in un mondo in cui i trasporti diventano difficili e costosi a causa dell’aumento del prezzo del petrolio.
È qualcosa di molto più profondo e importante.
Significa in primo luogo ricostruire un rapporto diretto con le risorse del proprio territorio e misurare i propri consumi su un parametro di sicura sostenibilità. Significa impegnarsi a migliorare, arricchire e proteggere la terra perché possa dare raccolti abbondanti e di buona qualità (Prenditi cura della terra).
Significa che effetti e responsabilità delle azioni che si compiono ricadono immediatamente sulla comunità, e questo, solitamente, rende più saggi (Rifletti prima di agire – Pianifica gli sviluppi futuri).PROGETTARE E VIVERE RESPONSABILMENTE
Infatti non ci importa se a migliaia di chilometri di distanza si usano veleni e sostanze nocive in agricoltura, ma se questo accade fuori dalla finestra di casa, le cose cambiano.
Non ci importa se l’energia che consumiamo è prodotta in modo sporco e inquinante, basta che accada fuori dal nostro sistema percettivo, ma se dovessimo scegliere come produrla nel nostro giardino, sceglieremmo sicuramente fonti pulite e rinnovabili.
Se si opera all’interno del sistema “comunità” e di un territorio definito cercando di applicare un’ottica di sostenibilità quel sistema tende a diventare via via sempre più efficiente, virtuoso e resistente ad eventuali shock esterni (aumenta la resilienza). Questo perché diventa più evidente e immediato il legame tra le nostre azioni e le conseguenze che comportano.
Così, invece di produrre circuiti viziosi, si producono catene di circuiti virtuosi che aumentano il benessere e la ricchezza della comunità. Se si decide di coltivare un bosco, magari di alberi che producano frutti commestibili, si ottiene cibo, biomassa per produrre energia, foraggio, materiale da costruzione, animali che possono crescere liberi tra gli alberi, si fissa co2, si migliora la qualità dell’aria, si combatte l’erosione del terreno, ecc (Ogni elemento di un sistema naturale svolge molte funzioni…).
Se si decide di coibentare meglio le abitazioni, di raccogliere e utilizzare l’acqua piovana, di utilizzare la luce del sole per riscaldare acqua e spazi abitativi (Minimizza l’apporto di energia esterna…), ci si libera dalla dipendenza dalle fonti energetiche fossili, si riduce drasticamente l’inquinamento, si creano posti di lavoro, ecc.
La permacultura aiuta a fare tutte queste cose nel modo più economico e naturale. A volte un albero piantato nella posizione giusta con la sua ombra può evitare la necessità di un impianto di aria condizionata. La corretta progettazione di un orto o di un giardino può consentire di risparmiare acqua e lunghi lavori di manutenzione.
In altre parti del mondo si sta già applicando questo tipo di progettazione per realizzare progetti di agricoltura commerciale, aree residenziali, e abitazioni private.
[…]UNA SISTEMA GLOBALE STRATIFICATO
In tutto questo non bisogna però commettere l’errore di considerare questo processo come un percorso verso l’autarchia e l’isolamento delle singole comunità. Il livello locale può tranquillamente convivere con vari altri livelli produttivi, economici, commerciali e culturali. Basta che si continui a perseguire un ottica di sostenibilità.
Non ha senso cercare di produrre un personal computer nel proprio garage, così come non ha senso magiare mele che sono state prodotte a 2000 chilometri di distanza. Il segreto potrebbe essere quello di costruire un “mercato” fatto di molti livelli tutti pensati per contribuire all’efficienza generale del sistema mondo.
dal blog di Cristiano Bottone Io e la Transizione, ottobre 2008
(*) ed. it.: Permacultura. Come progettare e realizzare modi di vivere sostenibili e integrati con la natura, Arianna, Bologna, 2014